Docce fredde del genere non si vorrebbero mai sperimentare, eppure arrivano e fanno molto male.
Prima di addentrarci nella notizia, è necessario fare una precisazione sull’immagine presente nel post: è stata scelta per un preciso (e triste) motivo, che sveleremo più in là nel corso dell’articolo.
Una recente indagine di mercato dell’IIPA (International Intellectual Property Alliance) ha svelato che le Nazioni dell’Europa occidentale sono tra quelle in cui il fenomeno della pirateria online è più presente. La numero uno è -rullo di tamburi- l’Italia.
Per condurre l’indagine (denominata “Special 301 Report”), sono stati scelti alcuni videogiochi di riferimento e analizzati ben 223 Paesi. A dicembre 2008, sono state scaricate 6.429.279 copie illegali di 13 titoli, principalmente attraverso le reti P2P BitTorrent e eDonkey. Il download dei due videogiochi più popolari è avvenuto 4.787.441 volte.
Veniamo ai dati riferiti alle Nazioni dell’Unione Europea: l’Italia è in testa, con il 17 % dell’attività illegale; seguono Spagna (15,1 %), Francia (7,9 %) Germania (6,9 %) e Polonia (6,1 %).
Michael D. Gallagher, CEO dell’Entertainment Software Association (membro dell’IIPA), ha commentato: “La pirateria è la più grande minaccia all’innovazione, all’impegno artistico e agli sviluppi tecnologici di cui usufruiscono milioni di consumatori sparsi per il mondo”. “La pirateria -ha continuato- è una pratica assassina che il mondo dell’economia non può tollerare in questi tempi difficili. Le Nazioni che non assumono misure per combattere la pirateria devono capire che stanno tollerando un danno inaccettabile, mentre quei Paesi che investono nella protezione dei diritti della proprietà intellettuale e assicurano che la pirateria non può essere consentita a nessun livello, dovrebbero essere lodati”.
C’è poco da aggiungere a ciò che ha detto il signor Gallagher, noi cercheremo solo di comprendere meglio il clamoroso risultato italiano.
La diffusa mentalità nel Belpaese è “perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?”. E’ necessario, in questo senso, sottolineare una distinzione: la stessa scortesia gli italiani non la rivolgono nei confronti dei CD musicali o dei DVD. I videogiochi sono dunque una sorte di spiacevole eccezione alla regola.
E il motivo è che in Italia il nostro passatempo non è visto come qualcosa per cui vale la pena spendere del denaro. Si tratta, tutto sommato, solo di “giochini”. E quindi perché disturbarsi a comprarli?
A questo aspetto si aggiunge il prezzo elevato dei videogame, specialmente quelli per console. Ma questo discorso regge solo per i titoli appena usciti, perché sappiamo bene che, nel tempo, numerose collane budget propongono dei capolavori a prezzi davvero stracciati.
Infine c’è un’ultima considerazione da fare, che non riguarda solo l’Italia (e qui arriviamo alla misteriosa immagine del post). La maggior parte dei videogiocatori che scaricano illegalmente credono che, in fondo, nessuno è mai veramente morto per un videogame piratato. E’ un madornale errore. Forse nessuno è mai morto fisicamente, ma economicamente la questione è ben diversa.
Per ricordarlo abbiamo deciso di dedicare un piccolo tributo alla defunta software house Iron Lore Entertainment (l’immagine dell’articolo era proprio il suo logo). Questa società ebbe il tempo di sviluppare un solo titolo: il bellissimo RPG Titan Quest (2007). Poco tempo dopo, il 27 febbraio 2008, la software house annunciò che avrebbe chiuso i battenti: i ricavi del videogame erano stati troppo pochi a causa dell’elevata pirateria che colpì il gioco.
Serve aggiungere altro?
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