Quello di Psychonauts (2005) è uno dei casi più emblematici delle tristi conseguenze causate da una visione scellerata dell’intrattenimento elettronico. Tipica, a onor del vero, dei nostri tempi.
Spassosissimo e intelligente platform game, il titolo, creato dal poliedrico Tim Schafer – il genietto dietro sciocchezzuole come Full Throttle, Grim Fandango e Brütal Legend, non incontrò il meritato successo di pubblico, pur avendo debuttato su PC, Xbox e PlayStation 2.
Il perché apparve chiaro già allora: il videogame era fondato su antichi e sani canoni, ovviamente lontani dai gusti pacchiani che molte software house moderne -spinte probabilmente dai producer- propinano al popolo dei videogiocatori.
Ciononostante il buon Schafer, per nostra fortuna, ancora non demorde: si è detto addirittura disponibile a sviluppare il seguito per PlayStation Network…
In un’intervista nell’ultimo numero di PSM3, è stato domandato al designer se esistono possibilità circa la realizzazione di un seguito del gioco. La risposta è stata: “Sono pronto a farlo. Mi piacerebbe farlo. In realtà la questione è trovare un editore interessato al progetto”.
Dati i trascorsi è lecito aspettarsi che un produttore, prima di lanciarsi in una simile avventura, abbia qualche concreta possibilità di registrare un successo commerciale. Ma Schafer è fiducioso anche su questo punto; sostiene infatti che recentemente Psychonauts, grazie al passaparola e a vie più o meno legali, ha conosciuto una certa diffusione: “Nel corso degli anni è finito nelle mani di un sacco di persone, grazie al fatto che è stato venduto su Steam per due dollari e che è stato piratato“.
“Così è riuscito a sfondare. Quindi se tutte queste persone andassero a comprare il sequel, sarebbe un grande successo”, ha aggiunto il designer.
E’ possibile che si tratti di più di un progetto: a settembre Ron Gilbert (designer dei primi due Monkey Island) è stato assunto dalla Double Fine Productions, la software house fondata da Tim Schafer. Eppure non è al momento dato sapere cosa bolle in pentola: chissà, magari Psychonauts 2.
L’idea di un ritorno del mitico Razputin e dei suoi strampalati colleghi è a dir poco eccitante.
E forse c’è ancora posto per un titolo che esibisce acutamente una caratterizzazione dei personaggi approfondita, dialoghi intrisi di un’ironia feroce e meccaniche di gioco classiche (ma che rifugiano l’obsolescenza).
L’impressione è che il pubblico interessato sia sempre più diradato. Sarebbe bello ricredersi.
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