Quando Internet ancora non c’era (e perfino negli anni ’90, prima di diffondersi, occorse svariato tempo), il giocatore possedeva probabilmente un rapporto estremamente intimo, molto personale con il titolo di turno.
Certo, con amici e parenti era possibile giocare insieme, discutere di un videogame, scambiarsi trucchi scoperti con compiaciuta soddisfazione.
Ma una volta ritornati alla “solitudine”, il nostro cervello era libero di vagare, edificare vertiginosi castelli di fantasia su un determinato livello, rendendo così unica l’esperienza di gioco.
Tale libertà oggi non è certo negata, ma con l’avvento della Grande Rete è come se la magia d’un tempo fosse leggermente fiaccata. Per fortuna le software house sono indirettamente riuscite a restituirci quel che Internet ci ha “preso in prestito”: tutto grazie agli achievements.