Molti dei PCisti in attività fin dai primi anni zero ricorderanno l’attesa spasmodica rivolta ad un titolo che garantiva un gameplay rivoluzionario, un curatissimo comparto tecnico e una rigiocabilità assicurata. Con simili indicazioni è facile ribattere che potrebbe trattarsi di qualunque videogioco: si tratta di promesse (spesso da marinaio) in cui si cimentano tutti i developer. Salvo un piccolo particolare: molti utenti credevano veramente che il prodotto in questione avrebbe concretizzato tutti i proclami, forse perché il genere del titolo (God game o “simulatore di Dio”) era decisamente seducente.
Avete capito? Eh sì: il gioco è proprio Black & White, sviluppato dai Lionhead Studios -società fondata da Peter Molyneux, e uscito a marzo del 2001.
Il game designer, in una intervista rilasciata a MCV, ha ripensato ai suoi lavori, affermando che in realtà non è mai riuscito a creare il videogioco perfetto. Commenti molto simili ad altri precedenti e che proprio per questo inducono a riflettere su uno degli escamotage di Molyneux per preparare il successo delle sue creature: immaginare un mito, una utopia di videogioco e condividerla con il mondo.