E vai con la nuova veste grafica…

 

Complice il clima afoso di questi giorni, è il caso di dire che era ora di una bella rinfrescata.

Come avrete notato la veste grafica di Games Wisdom è stata rivista, virando su un tema che fa del bianco la tonalità prediletta (e non solo per evitare che il sole estivo ci arda vivi).

Augurandomi che sia di gradimento il nuovo cambio di stile, prometto aggiornamenti a breve, mirabolanti ed entusiasmanti a dir poco. Almeno per me. E spero anche per voi.

Felice anno nuovo!

Altro che anno, qui si apre ufficialmente una nuova decade…
Come sarà ricordato il 2010, videoludicamente parlando?

Sicuramente come un ulteriore passo in avanti verso l’abbandono di un antico modo di concepire l’intrattenimento elettronico: l’idea di videogioco come piacere privato per pochi nerd è appassita, in favore dei bisogni delle industrie del settore (lucrare).
Si tratta di una metamorfosi che ha avuto conseguenze negative e positive. Il bilancio spetta a noi videogiocatori stilarlo.

Auguri di un felice 2011!

Auguri di buon Natale!

Simpatica l’immagine, eh? Pac-Man e un albero natalizio potrebbero sembrare leggermente in antitesi, eppure l’inventiva umana -per fortuna- non conosce limiti.
Ho scovato questo simpatico esperimento nei meandri del portale GeekAlerts.

Auguri a tutti i videogiocatori, che questo Natale possa portare tanta felicità a ciascuno di voi.

P.S. Possedete già la felicità? Beh, questo non è un mio problema…

Recensione di Sonic the Hedgehog 4: Episodio 1

Le struggenti difficoltà che Sega ha affrontato a partire dal Saturn in poi, hanno finito per segnare fatalmente anche la sorte dei videogame di Sonic.
D’altra parte è solo possibile immaginare il dissolvimento, causato dalle vicissitudini economiche, di tutte le preziosissime intelligenze che animavano la società (espresse nella loro piena magnificenza con il Dreamcast).
Proprio con Sonic Adventure, Sonic Team dimostrò che non era affatto impossibile tradurre in 3D, con successo, l’ipercinesi bidimensionale dei videogame più antichi: il vergognoso abisso segnato dal “remake” Sonic the Hedgehog (2006) è ugualmente avvenuto.

L’annuncio di Sonic the Hedgehog 4 ha così riacceso le speranze di chi attendeva il riscatto della storica mascotte dell’ex colosso. Comprensibilissimo desiderio, ma che purtroppo, almeno per il momento, in parte resterà tale.

Continua a leggere

Achievements: elogio delle sottigliezze più intime di un videogioco

Quando Internet ancora non c’era (e perfino negli anni ’90, prima di diffondersi, occorse svariato tempo), il giocatore possedeva probabilmente un rapporto estremamente intimo, molto personale con il titolo di turno.
Certo, con amici e parenti era possibile giocare insieme, discutere di un videogame, scambiarsi trucchi scoperti con compiaciuta soddisfazione.
Ma una volta ritornati alla “solitudine”, il nostro cervello era libero di vagare, edificare vertiginosi castelli di fantasia su un determinato livello, rendendo così unica l’esperienza di gioco.

Tale libertà oggi non è certo negata, ma con l’avvento della Grande Rete è come se la magia d’un tempo fosse leggermente fiaccata. Per fortuna le software house sono indirettamente riuscite a restituirci quel che Internet ci ha “preso in prestito”: tutto grazie agli achievements.

Continua a leggere

I segni inconfondibili dell’anima dei vecchi Sonic in 2D

I nostalgici dei vecchi e indimenticabili Sonic in 2D probabilmente non avranno dimenticato le sensazioni procurate dai capitoli più antichi del riccio blu, in esclusiva sul glorioso Mega Drive.
Ho pensato di raggruppare in un elenco tutti quegli elementi inequivocabili che contraddistinguono lo spirito dei platform di quegli anni. Ovviamente si tratta di percezioni personali, ma sono certo che una larga maggioranza saranno condivise anche da voi: è impensabile che i classici dell’ipercinetico eroe prescindano da certi elementi fondamentali.

Di qui a poco ci occuperemo della recensione di Sonic the Hedgehog 4; tenete dunque a mente le caratteristiche di seguito riportate: anche queste compongono un metro di giudizio da non dimenticare quando si analizza un gioco dedicato al porcospino più veloce del mondo.
E mi raccomando: nei commenti aggiungete pure le vostre impressioni, provvederò a inserirle nell’elenco.

Continua a leggere

Gli eclettici luoghi di un videogiocatore

Quando qualche era geologica fa iniziai a leggere le prime (amate) recensioni delle riviste, mi intrigava un termine ricorrente di certi giornalisti del settore, quasi usato come sinonimo di videogioco: esperienza.
Parlo di più di dieci anni fa, quando l’intrattenimento elettronico iniziò a scalfire con più disinvoltura le proprie potenzialità artistiche. Ecco che i giocatori si sentivano appagati sotto molteplici aspetti: oltre al divertimento, sperimentavano finalmente il gusto di calarsi in mondi suggestivi e affascinanti, seppure lontanissimi dalle immagini perfette che, ad esempio, può offrire un film.

Fortuna che il realismo non sia mai stata una condizione sine qua non per permettere al fruitore di dar sfogo alla propria fantasia: la lettura non sarebbe altrimenti un piacere.
Riallacciandoci a queste considerazioni, si può veramente affermare che un giocatore abbia esplorato nella propria vita solo quei luoghi in cui è stato fisicamente?

Continua a leggere

I videogame horror più bistrattati della storia

E così anche questo Halloween è giunto al termine… Una festa non proprio italiana, ma mutuata dai nostri colleghi anglosassoni ed entrata ormai nell’immaginario nostrano.
Comunque la si guardi, ho sempre trovato la celebrazione un azzeccato e spiritoso tributo all’orrore in senso lato. Questo non significa che la sera il 31 ottobre bisogna prepararsi ad essere fatti a pezzi da serial killer improvvisati: semplicemente la festa delle zucche ricorda che streghe, fantasmi e mostri sono una rappresentazione innocente di qualcosa di orripilante, sepolto (per fortuna) nella stragrande maggioranza degli esseri umani.

E’ anche un’ottima occasione per rimembrare quei survival horror bellini, ma snobbati dal grande pubblico: la conseguenza è che, chi più chi meno, è finito nell’oblio del passato.
Chissà che non troviate qualche perla che, anche adesso, vi sta a cuore.

(Foto estratta da Games Abyss)

Continua a leggere

Il substrato orrorifico di Silent Hill 2

E’ follia iniziare un nuovo capitolo proponendo qualcosa di “antico”? Dipende; se si tratta di una vistosa toppa, di un riempitivo inutile e quindi di un malcelato insulto ai nostri lettori allora sì: la scelta è imperdonabile. E’ però un fatto che nel passaggio dalla versione più antica del sito (si parla del 2006-2008) a quella nuova qualcosa si è perso: gli articoli -non molti- che erano stati pubblicati in quegli anni.

Cause varie hanno inficiato l’aggiornamento periodico di Games Wisdom nei mesi passati, ma ora che le acque sono più serene è possibile dare il via ad una nuova fase. E per farlo, prima di passare alla stesura dei nuovi articoli (tra i quali -novità!- faranno capolino le recensioni dei videogiochi) intendo proporvi le versioni rivedute e corrette degli elaborati “persi” di quegli anni (si trattavano gli argomenti più disparati, dalle tematiche dei videogiochi alle nuove strategie delle case di produzione).

In questa occasione sarà analizzato in profondità l’universo culturale generato da uno dei survival horror più riusciti di sempre: Silent Hill 2 (2001). La corposa indagine si estenderà così non solo a ciò che il particolare capitolo rappresenta, ma all’intero substrato che anima da anni una delle saghe orrorifiche più disturbanti. Per lo scopo è utilissimo il confronto con la serie rivale per eccellenza: Resident Evil, il quarto episodio in particolare.

Buona lettura (e attenzione ai leggeri spoiler presenti verso la fine del post).

Continua a leggere